In tutto sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all’Inail in tutto il 2023.
Quasi tre morti al giorno anche se in calo rispetto al 2022 e agli anni precedenti fino al pre-Covid. Tante le vite perse nelle fabbriche, nei cantieri, nei campi o lungo le strade.
Le denunce di infortunio presentate all’Inail tra gennaio e dicembre 2023 sono state oltre 585mila (-16,1% rispetto al 2022), in calo quelle mortali (-4,5%), in aumento le malattie professionali, quasi 73mila (+19,7%).

Il calo degli infortuni è dovuto quasi esclusivamente al minor impatto dei casi Covid che avevano caratterizzato gli ultimi rilevamenti.
Il calo ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 936 a 884 decessi), mentre l’Agricoltura sale da 118 a 119 e il Conto Stato da 36 a 38. Dall’analisi territoriale emergono cali nel Nord-Ovest (da 301 a 270 casi), nel Nord-Est (da 245 a 233) e al Centro (da 225 a 193) e incrementi al Sud (da 235 a 255) e nelle Isole (da 84 a 90).

I numeri sono di per sé già allarmanti, ma diventano ancora più preoccupanti trasformandosi in vera emergenza se si analizzano anche i risultati dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega che elabora la mappatura del rischio di mortalità per regione.
Negli ultimi quattro anni la mappatura del rischio, secondo l’Osservatorio, è cambiata più volte, con regioni che da un mese all’altro sono passate da una allarmante zona rossa ad una meno preoccupante zona arancione, gialla o bianca e viceversa.
Ci sono regioni in cui l’allarme è rimasto più che elevato dal 2020 al 2023: in particolare il Trentino Alto Adige e l’Abruzzo sono state per tre anni in zona rossa. Il Molise e l’Umbria sono state per due anni in zona rossa.
Maglia nera è la Lombardia (185 morti), seguita da Veneto (142), Campania (123), Sicilia (109), Emilia-Romagna (112), Piemonte (101), Lazio (97), Puglia (95), Toscana (87), Calabria (86), Marche (48), Abruzzo (48), Friuli (39), Sardegna (42), Trentino Alto Adige (33), Liguria (32), Umbria (27), Basilicata (14), Molise (10), Valle d’Aosta (5). 
L’unica regione che non è mai uscita dalla zona bianca per l’intero quadriennio con incidenze di mortalità molto basse è la Sardegna, seguita dalla Basilicata che per tre anni è rimasta in zona bianca e infine Liguria e Toscana per due anni in zona bianca.
Per quanto riguarda la nostra regione nel 2023, sono stati 46 i lavoratori morti direttamente sul luogo lavoro in Calabria. Uno ogni 40mila abitanti. Un numero che sale a 86 se si prendono in considerazione anche le morti provocate da incidenti mentre si va o si torna da lavoro.

Dati ed analisi, queste, che devono spingere ad una seria riflessione di quanto sia strategico e vitale investire nella sicurezza.
Il fine primario della sicurezza sul lavoro è, infatti, quello di evitare che i lavoratori possano infortunarsi mentre stanno svolgendo la propria mansione.

La sicurezza sul lavoro è un tema sempre più di cruciale importanza che riguarda, oramai, ogni ambito lavorativo. La protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori non può essere trascurata e magari vista solo come un adempimento burocratico, poiché gli infortuni e le malattie professionali possono avere conseguenze gravi, sia per i dipendenti che per le imprese. In questo contesto, la formazione sulla sicurezza sul lavoro regolamentata dal Decreto Legislativo 81/08 si rivela fondamentale per promuovere una cultura della prevenzione e ridurre il rischio di incidenti sul lavoro.